Una serata in una location affascinante, affacciata sullo Stretto di Messina, ha inaugurato il nuovo percorso enogastronomico del locale, rilevato da tre sorelle siciliane con un obiettivo: far sentire i clienti a casa propria.
Se tutti i progetti, le ambizioni, i sogni avessero il loro stesso sorriso, il loro entusiasmo, il loro vigore, beh… la sfida stessa alla vita avrebbe un altro sapore! Intanto, quel sorriso, quell’entusiasmo, quel vigore appartengono a tre sorelle, che in un angolo incantevole della più grande Isola del Mediterraneo, portano avanti la loro ambizione, che si traduce in sapori, colori ed aromi unici.
Siamo sullo Stretto di Messina, esattamente a pochi chilometri dalla città peloritana, a Contrada Ponte Schiavo, dove il ristorante “La Vela” esiste ormai da diversi anni, almeno da sei. Mai, però, era stato investito da tanta voglia di fare, di cambiare, di affermare con forza tutta la vigoria della Sicilia. Questa forza l’hanno trovata le tre sorelle Giovanna, Sara e Veronica Bellomo, che assieme al papà Pietro stanno portando avanti il locale con un volto, una immagine e soprattutto dei contenuti completamente rinnovati. In questo hanno trovato un supporto non indifferente nella consulenza del laboratorio gastronomico Blu Lab Academy ed uno spirito altrettanto entusiasta e vulcanico come quello del cuoco etneo Alfio Visalli, che da diverso tempo segue passo dopo passo lo sviluppo del “Ritrovo La Vela”.
La prova che il lavoro svolto finora sta andando davvero bene lo abbiamo avuto nelle scorse sere quando, con un appuntamento esclusivo e riservato, le tre sorelle hanno prima affascinato e poi conquistato questa fetta di Isola. A cominciare dal titolo della serata: “Guardando lo Stretto attraverso i sensi”, un evento allestito con Blu Lab, l’Its Albatros di Messina e l’Associazione “Non solo cibus” (anch’essi partners di Blu Lab), rappresentati dalla presidente di Albatros, Elvira D’Orazio, e dal coordinatore dei corsi, Fabrizio Scaramuzza.
Si è trattato di un incontro squisito, che segnerà questa data, mercoledì 24 maggio, come un punto di passaggio fondamentale per il percorso enogastronomico compiuto dal locale. Già, anche “eno”, dato che con la massima cura la carta dei vini della serata è stata seguita con la professionalità di sempre dal sommelier di Blu Lab, Salvo Di Bella, mentre un ristretto ma qualificatissimo tavolo della stampa di settore ospitava, oltre al giornalista enogastronomico e addetto stampa di Blu Lab Antonio Iacona (da Catania), il direttore di EgNews Piero Rotolo (da Trapani) e l’editore e direttore della rivista In Eat, Domenico Denaro e Flavia Buscema (da Messina), tra le penne più attente ed autorevoli dell’Isola in fatto di cibo e vino e che hanno unito così idealmente i tre angoli della Sicilia. In cucina, assieme ad Alfio Visalli in qualità di coordinatore, ed alle sorelle Giovanna e Sara (mentre Veronica si occupava di sala e cantina), hanno collaborato lo Chef de “La Vela”, Enrico Bassi, ed il pizzaiolo e panificatore, Giuseppe Foti, mentre Giorgio Foti si occupava della sala con il maitre Roberto Todaro e la supervisione di Salvo Di Bella.
Ricco e intrigante il menù della serata, inaugurato con “Il Benvenuto dello Chef Alfio Visalli”, che ha proposto un inedito accostamento tra la mozzarella, la bottarga, il limone e la mentuccia, con un olio evo di altissima qualità: “Zammara” dell’Oleificio Russo di Belpasso, che lavora esclusivamente con la cultivar Nocellara dell’Etna, ormai partner storico di Blu Lab e che ha accompagnato tutti i piatti della serata. Il “benvenuto” di Visalli è stato abbinato ad un Prosecco Millesimato Aneri, partendo proprio dal trevigiano e svelando la volontà di abbracciare con i vini tutta l’Italia. A seguire, ideato da Giovanna, l’antipasto con Rosso di tonnarella agrumato, filetto di baccalà sfogliato su patata novella e cipolla agrodolce, polpetta “alla vecchia maniera”, con l’etichetta Enrica Spadafora 2013 dei Principi di Spadafora. Il primo portava, invece, la firma di Sara: mezzo pacchero dell’Antica Maccheroneria e “La vita del tonno”, accompagnato da Uve d’Agosto Bianco 2015, di Masseria Incarrozza. Il secondo, realizzato da Enrico, cernia bianca e polpo biscottato su granelli di cus cus menfitano, annaffiato da Frappato 2016 di Portelli. Infine, il dolce è stato un grande lavoro di staff: sorbetto alle nespole su riduzione di ciliegie e sedano, con Asti Vintage 2015, di Fontanafredda.
“Inizialmente abbiamo fatto tanta fatica, ma con umiltà e con impegno stiamo crescendo sempre di più – hanno raccontato in questa intervista per Blu Lab i fautori di questo cambiamento, Pietro Bellomo e Fortunato Foti, il primo con le tre figlie Giovanna, Sara e Veronica ed il secondo con i figli Giuseppe e Giorgio – ed oggi la collaborazione con lo Chef Alfio Visalli ci ha portati ad un rapporto di fiducia ricambiata da entrambe le parti. Un grazie anche al sommelier Salvo Di Bella, che ci supporta nel settore enologico, aprendoci un mondo affascinante e per noi quasi sconosciuto. Per il percorso della serata, abbiamo voluto creare per ogni portata una ideologia del nostro modo di vivere e di pensare questo nostro lavoro… la voglia di metterci in gioco e dimostrare a noi stessi che si può fare un bel progetto avendo le persone giuste al proprio fianco”.
Oggi, dunque, tocca a loro, ai figli di Pietro e Fortunato, portare avanti questo ambizioso progetto, ancora più apprezzabile se si pensa che, delle sorelle Bellomo è Veronica l’unica a provenire dal mondo della ristorazione, mentre Giovanna e Sara svolgevano attività diverse prima di investire tempo, passione e fatica nel locale.
“Qualità, semplicità e senso di famiglia…” questo il motto delle sorelle Bellomo, che è infine ancora più poetico se si pensa che ha un capostipite davvero romantico: la nonna Giovanna, ideatrice dolcissima della “polpetta alla vecchia maniera”! E, almeno per una sera, guardando lo Stretto attraverso i sensi, i numerosi ospiti, giornalisti compresi, si sono sentiti come a casa! Prosit!